Premio “Maestrale” | miglior lungometraggio
Assegnato al miglior film della sezione lungometraggio dalla giuria Babel: Enrico Pau (presidente); Monica Dovarch, antropologa visiva, documentarista e produttrice; Alessandro Gagliardo, regista e montatore; Julie Perreard, regista e montatrice; Sabrina Rasom, linguista e direttrice dell’Istituto Culturale Ladino e del Museo Ladino di Fassa.
When the Walnut Leaves Turn Yellow
di Mehmet Ali Konar, Turchia, 2025, m. l.: kirdki-zazaki
Il regista Mehmet Ali Konar riceve il premio Maestrale
Motivazione della giuria: Il premio Maestrale viene assegnato al film When The Walnut Leaves Turn Yellow per la straordinaria capacità del regista di avvicinare lo spettatore alla sofferenza del protagonista, accompagnandoci dentro il suo ultimo viaggio sulla terra, facendoci percepire il suo amore per la vita, per la giustizia, per il suo popolo, il suo orrore per la violenza, e, malgrado tutto, la sua speranza profonda nel futuro.
Menzione speciale: Nessun posto al mondo, di Vanina Lappa, Italia, 2023, m. l.: cilentano
Motivazione della giuria: La menzione speciale del Premio Maestrale è assegnata a Nessun posto al Mondo per la sua capacità di raccontare con empatia e poesia una realtà ancora immersa dentro una cultura agro-pastorale che, tenacemente, cerca di resistere a ogni cambiamento. Il magnifico personaggio principale si muove in una zona di confine dove arcaico e moderno si sfidano, lasciando sul campo ferite che, per fortuna, non si rimarginano.
Premio “Maestrale” | miglior documentario
Assegnato al miglior film della sezione documentario dalla giuria Babel: Enrico Pau (presidente); Monica Dovarch, antropologa visiva, documentarista e produttrice; Alessandro Gagliardo, regista e montatore; Julie Perreard, regista e montatrice; Sabrina Rasom, linguista e direttrice dell’Istituto Culturale Ladino e del Museo Ladino di Fassa.
Dartaș (Carpenter)
di Xelil Sehragerd, Turchia, 2023, m. l.: kurdî
Il regista Xelil Sehragerd accetta tramite videomessaggio il premio Maestrale
Motivazione della giuria: Il premio Maestrale per i documentari viene assegnato a Dartaș – Carpenter per la forza del suo messaggio, attualissimo in questi tragici tempi di guerra. È commovente assistere al prezioso artigianato con il quale si ricostruiscono gli arti di persone ferite in una delle tante guerre che affliggono il nostro pianeta. Il regista ci vuole dire che curare e ricostruire sono un atto d’amore necessario.
Menzione speciale: Gathering Firewood, di Liivo Niglas, Estonia, 2024, m. l.: nenets
Motivazione della giuria: La menzione speciale va a Gathering Firewood per la straordinaria qualità antropologica e visiva di un lavoro che racconta la vita di una comunità isolata da tutto, mostrandoci il rapporto profondo con una Natura ostile a cui ogni giorno bisogna strappare risorse per nutrire, riscaldare e garantire l’esistenza del proprio gruppo sociale.
Premio “Maestrale” | miglior cortometraggio
Assegnato al miglior film della sezione cortometraggio fiction dalla giuria Babel: Enrico Pau (presidente); Monica Dovarch, antropologa visiva, documentarista e produttrice; Alessandro Gagliardo, regista e montatore; Julie Perreard, regista e montatrice; Sabrina Rasom, linguista e direttrice dell’Istituto Culturale Ladino e del Museo Ladino di Fassa.
Azheh
di Hadi Rezayati Charan, Iran, 2023, m. l.: talysh
Il produttore Mahdi Rezayati Charan riceve il premio Maestrale
Motivazione della giuria: Il Premio Maestrale per i cortometraggi viene assegnato ad Azheh. Ciò che ha colpito la giuria è la capacità del regista di trasformare, con un acuto senso artistico, il cinema in una sorta di rito che si svolge in un luogo senza tempo. Un lungo dialogo con la morte che riesce a raccontare, in modo scabro ma elegantissimo, quanto possa essere profondo e sacro il legame degli esseri umani con la propria terra e la sua lingua.
Menzione speciale: Ultraveloci, di Paolo Bonfadini & Davide Morando, Italia, 2023, m. l.: dialetto tortonese
Motivazione della giuria: La menzione speciale del Premio Maestrale è assegnata al cortometraggio Ultraveloci per la capacità dei registi di giocare con il cinema di genere non perdendo però mai di vista la forza di uno sguardo autoriale che isola, in un contesto filmico molto originale, la figura di un attore che colpisce al cuore lo spettatore.
Premio “Unica” Città di Cagliari
Assegnato dagli studenti dell’Università di Cagliari:
Maria Atzori, Simona Cabiddu, Cristina Cera, Antonio Cirella, Dario Costeri, Simona Palmas, Stefania Zedda, Alessandro Zedde.
Abele
di Fabian Volti, Italia, 2025, m. l.: sardu / dialetto beduino della Palestina
Il regista Fabian Volti riceve il Premio “Unica”
Motivazione: Un dialogo tra due realtà i cui silenzi celano presenze e conflitti passati e presenti. Un invito alla fratellanza attraverso le testimonianze pastorali della nostra terra e del Medio Oriente. Come testimoni dell’Università di Cagliari in questo festival, intendiamo unire la nostra voce al grido dei popoli oppressi, per denunciare l’indifferenza e l’odio che voltano le spalle al genocidio in Palestina e in tutti gli altri teatri di guerra. Per aver avvicinato, con l’arte dell’immagine e della narrazione, due mondi così lontani per la storia e la cultura, e così vicini per il connubio tra il senso di impotenza e quello di rivalsa, la giuria UniCa assegna il premio a Abele di Fabian Volti.
Menzione speciale: Arzela From Amed, di Elif Yiğit Paech & Johannes Paech, Germania, 2024, m. l.: curdo
Motivazione: La resilienza di una giovane donna in un contesto politico che non permette libertà di espressione. La lotta individuale e collettiva per l’autodeterminazione del popolo curdo. Per questo motivo il premio va a Arzela From Amed.
Premio UMANITARIA
Assegnato dalle sedi della Società Umanitaria in Italia: Milano, Roma, Napoli, Cagliari, Alghero, Carbonia.
Konin
di Matilda Butler, UK, 2024, m. l.: kernewek
La regista Matilda Butler
Motivazione: Il film, ambientato in Cornovaglia e parlato in lingua cornica, esplora i temi della perdita, dell’amicizia e dell’inevitabilità del cambiamento attraverso lo sguardo e la percezione di un gruppo di bambini, che vede il loro campo di gioco preferito apprestarsi ad ospitare un grande supermercato. La regista ci fa sentire la sensibilità dei piccoli negli impercettibili slittamenti di senso, innescati da un cambiamento avvertito soprattutto dalla più piccola dei protagonisti, per la quale la percezione della realtà non è esattamente come sembra. Si premia una regia molto attenta allo sguardo infantile, restituito con una costruzione narrativa leggera e sottolineato da una trama musicale trasparente.
Premio DIRITTO DI PAROLA
Assegnato dagli studenti delle scuole superiori di Cagliari:
Maryia Artsiushkevich, Lucrezia Casula, Antonio Cocco, Elisa Deiana, Valentina Ena, Giovanni Fornea, Mariasole Melis, Irene Meloni, Enrico Mura, Aurora Pili, Luca Pirelli, Mario Restivo, Gabriele Sanna.
La punizione del prete
di Francesco Tomba, Chiara Tesser, Italia, 2023, m. l.: sardu
Il padre del regista Francesco Tomba riceve il premio Diritto di parola
Motivazione: Noi, in quanto giuria degli studenti superiori, abbiamo deciso di assegnare il premio al corto La punizione del prete per diversi motivi discussi anche dopo la visione dei corti. Sono stati tanti i dettagli che abbiamo notato – come l’attenzione prestata per le riprese fatte a regola d’arte: queste ultime infatti valorizzano i paesaggi tipici della nostra terra, con diverse inquadrature dall’alto incredibilmente suggestive. Anche lo studio dei costumi é ben riuscito e riesce a riportare gli spettatori al periodo d’ambientazione del corto, ovvero la Sardegna dell’inizio del secolo scorso. Anche la recitazione degli attori contribuisce alla buona riuscita dell’opera: la naturalezza con cui alternano sardo e italiano nei dialoghi dona realismo alla storia.
Menzione speciale: Superbi, di Nikola Brunelli, Italia, 2024, m. l.: dialetto marchigiano
Motivazione: Riteniamo che il tema trattato, di natura sociale e ispirato a una storia realmente accaduta, sia molto attuale e ben rappresentato, anche per mezzo dell’ironia: che mostra quanto siano ridicoli e insensati l’estremo conservativismo e la xenofobia di una parte della popolazione ascolana. Anche dal punto di vista tecnico risulta eseguito in maniera ottimale, e ci ha colpito in particolare l’utilizzo dell’animazione bidimensionale, che a nostro avviso è molto originale.
Premio ONE WOR(L)D
Assegnato da una delegazione di migranti presenti in Sardegna:
Donatus Chine, Karim Diarra, Farhan Ejaz, Harouna Gouem, Jose Albeiro Martinez Hurtado, Haroun Yars Misbahou, Mario Alejandro Ramos Perez, Anisuzzaman Shamim, Aboubacar Soumah, Haroun Yars Misbahou.
Frarìa
di Alberto Diana, Italia, 2024, m. l.: sardu
Il regista Alberto Diana, sulla destra, con il premio One Wor(l)d
Motivazione: Frarìa unisce con sensibilità una storia personale e una storia collettiva, raccontando un momento di crescita che diventa anche scelta politica e morale. Attraverso la lingua sarda e i gesti della vita quotidiana, il film mostra la forza della famiglia: il rapporto tra i due fratelli è il cuore del racconto. Il maggiore, con il suo esempio, aiuta il più giovane a non avere paura e a dire “no” all’ingiustizia. Ispirato a una delle storie raccontate al regista dal nonno, Frarìa è anche un gesto d’amore e di trasmissione familiare. Un film che ci ricorda che crescere significa anche imparare a scegliere da che parte stare.
Menzione speciale: Art, di Ben Kernow, UK, 2023, m. l.: kernewek
Motivazione: Per aver raccontato con ironia una storia di difficoltà, trasformandola in un messaggio di speranza e rinascita. Art ci ricorda l’importanza di credere in sé stessi, di sapersi reinventare e di seguire i propri sogni anche quando tutto sembra andare storto.
Premio ITALYMBAS
Assegnato dalle giurie popolari delle minoranze linguistiche italiane ai film parlati nelle lingue minoritarie, tutelate dalla Legge 482/1999, di Catania, Ostana (CN), Dolianova (CA), Martignano (LE) e Udine.
Si Vîf – Une Vite de Musicant
di Dorino Minigutti, Italia, 2023, m. l.: friulano
Il regista Dorino Minigutti riceve il premio Italymbas
Motivazione: Una voce poetica e musicale, che indaga profondità esistenziali e culturali, senza perdere la forza della comunicazione e della semplicità. Le parole sono posate e ognuna ha il suo spazio, tra un silenzio e l’altro. Lo stesso vale per le emozioni, che si fanno veicoli di una memoria personale capace di essere introspettiva e sociale allo stesso tempo. Il percorso di un cantautore friulano è il percorso di un’intera comunità linguistica, che affronta le sfide del suo tempo, senza dimenticare da dove proviene. Ritratto sensibile e delicato di un’anima sensibile e delicata, Si Vif – Une vite di musicant di Dorino Minigutti è la colonna sonora della vita di un uomo ma anche di più generazioni di friulani, un’opera completa e raffinata, che scava nel passato e nel presente. È un film che esprime una lingua minoritaria con maturità e passione, avvicinando il suo pubblico a questioni culturali e linguistiche che riguardano parti della popolazione italiana che hanno bisogno di rappresentarsi così, senza stereotipi folkloristici e con attenzione alla complessità. Il Premio Italymbas del nono Babel Film Festival va a Si Vif – Une vite di musicant di Dorino Minigutti.
Premio OSTANA – SCRITTURE IN LINGUA MADRE
Assegnato da una giuria di membri scelti dalla scuola medesima. In collaborazione con Premio Ostana – Scritture in Lingua madre / Chambra d’oc (Roccabruna).
Si Seus Accappiaus
di Simone Paderi, Italia, 2019, m. l.: sardu
Il regista Simone Paderi riceve il premio Ostana
Motivazione: Tutti quanti abbiamo avuto una nonna. Spesso è la nonna che vai a trovare a casa sua e ti aspetta seduta in soggiorno, mentre in cucina qualcosa bolle in pentola e se ne sente il profumo. Ti prepara un caffè e ti chiede come stai. Ma tu non hai voglia di parlare di te, hai voglia solo di ascoltare la sua voce, e lasciarti trasportare dai suoi ricordi. Un primissimo piano e poco più, ecco che cos’è Si seus accappiaus di Simone Paderi. Rughe e occhi in penombra, qualche risata, un silenzio e un sospiro per raccontare un incontro che è stato una grandissima storia d’amore. Il materiale di archivio che suggella le poche parole, dando un’immagine al passato tanto breve quanto evocativa. Per essere un minuscolo ma grande oggetto cinematografico, che restituisce con delicatezza un amore e un’intimità, lo stesso amore e la stessa intimità che risuona in ogni lingua madre, Si seus accappiaus di Simone Paderi riceve il “Premio Ostana – Scritture in lingua madre” al nono Babel Film Festival.
Premio AAMOD
Giuria costituita dal pubblico dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Z.O. (Eastern zone)
di Loris G. Nese, Italia, 2023, m. l.: dialetto salernitano
Il regista Loris G. Nese
Motivazione: Per la fertile contaminazione tra i materiali amatoriali di Vincenzo Napoli prima di diventare sindaco, il testo di Epifanio Ajello e l’animazione, che genera una mitologia di Salerno e dei suoi pescatori per poi, nella scia di una tradizione punk e street che sembra serpeggiare nel lavoro di Loris Giuseppe Nese, aggredirla e scardinarla dal basso con la forza dell’archivio e del tratto animato.
Premio MY CULTURE
Giuria costituita dal comitato di redazione della piattaforma My Culture+.
Femmenell – City of Mermaids
di Andrea Fortis, Italia, 2024, m. l.: dialetto napoletano
Il regista Andrea Fortis
Premio del pubblico FICC
Assegnato da una Giuria costituita dal pubblico dei circoli del cinema.
Z.O. (Eastern zone)
di Loris G. Nese, Italia, 2023, m. l.: dialetto salernitano
Il regista Loris G. Nese
Motivazione: Il film, con un uso delle immagini non convenzionale e una scrittura curata, restituisce tutte le contraddizioni della vita in una periferia urbana. Con tecniche narrative audaci contestualizza una vicenda-tipo, in cui i destini dei giovani sembrano legati a quelle dei padri, sottolineando nel finale il senso drammatico delle appartenenze.
Premio Cineclub FEDIC Casteddu
Assegnato da una Giuria costituita dagli iscritti al Cineclub Fedic di Cagliari.
Lingua Mater
di Massimo Garlatti-Costa, Italia, 2024, m. l.: catalano, friulano, dialetto guardiolo, dialetto guascone, occitano, swahili
Il regista Massimo Garlatti-Costa
Motivazione: Contro la tendenza all’omologazione, Lingua Mater assume il valore di fondamentale documento, grazie al quale l’autore, nel fornire una preziosa testimonianza sulle diversità linguistiche, ha composto una sinfonia che incanta.
Premio DIARI DI CINECLUB
Giuria costituita dalla redazione di “Diari di Cineclub” di Roma.
Le Pacha, ma mère et moi
di Nevine Gerits, Belgio, 2023, m. l.: curdo
La regista Nevine Gerits
Motivazione: Per la capacità di rappresentare la stratificata complessità della trasmissione, sia a livello personale che pubblico, di una eredità culturale e politica. La regista Nevine Gerits, parte dalla propria storia familiare per raccontare le difficoltà di un popolo disperso, oppresso e con un forte spirito resistente, alla continua ricerca di un riconoscimento politico. La militanza politica della madre segna le dinamiche familiari e ne struttura la consapevolezza civile, ma è un fardello la cui eredità ha bisogno di una rilettura critica in chiave personale.