Babel Film Festival 2019, tutto quel che c’è da sapere su film, eventi e mostre in programma

3 Dicembre 2019


Il Babel Film Festival riapre le danze a Cagliari dal 2 al 7 dicembre con anteprime il 28 e 30 novembre e 1 dicembre. Arrivati alla sesta edizione, anche quest’anno il Babel propone un programma ricco di anteprime nazionali con 25 ospiti stranieri (tra cui 19 registi) e 18 ospiti italiani (6 i registi). Saranno numerosi e intensi i momenti di cinema legati all’attualità, con un focus particolare sul popolo curdo – oggi al centro di un criminale programma di annientamento voluto dal governo turco guidato da Erdogan.

Il Babel Film Festival è il primo concorso cinematografico internazionale destinato alle produzioni cinematografiche che guardano e raccontano le minoranze, in particolare quelle linguistiche. L’evento è promosso dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission e l’Associazione Babel, per la direzione artistica di Antonello Zanda, Tore Cubeddu e Paolo Carboni. E anche quest’anno è patrocinato da varie istituzioni italiane ed europee, tra le quali la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio d’Europa, la Regione Autonoma della Sardegna e il Comune di Cagliari.

I FILM DEL FESTIVAL

Per il Babel Film Festival 2019 sono oltre 120 i film pervenuti da tutto il mondo, 71 dei quali selezionati per oltre 31 ore complessive di proiezione. Una maratona che si svolgerà a partire dal pomeriggio nella sala della Cineteca Sarda di viale Trieste 126 a Cagliari, per spostarsi la sera a Sa Manifattura in viale Regina Margherita. Prevista inoltre una serata di musica e cinema nella sala Nanni Loy, negli spazi dell’Ersu in via Trentino.

I film raccontano storie di soprusi, violenze e memorie da recuperare come in Bîr (Well) di Veysi Altay e in Veger [Return] di Selman Deniz; ma anche storie di lingue cancellate, che i curdi contrastano in modo originale come racconta Her mal dibistanek [Every house is a school] di Ardin Diren; o storie di guerra come l’assedio di Afrin restituito in Shadow of the Kurdistan mountain di Azad Evdike.

E ancora: l’attualità catalana, la cui conflittualità e problematicità è metaforizzata da un film come Cada quinze dies di Sesé di Laura Huguet e Joan Tisminetzky , documentario militante e intimista che sviscera il tema universale delle alleanze e delle difficoltà in ogni rapporto genitore-figlio.

Sono invece 5 i film in concorso per il premio più importante del Babel Film Festival: l’inedito in Italia We will be happy one day di Pawel Wysoczański (Polonia 2011); Los ojos del camino di  Rodrigo Otero Heraud (Perù 2017); Oreina di Koldo Almandoz (Spagna 2018). Non manca poi la Sardegna, con due lavori di ambientazione isolana: La kora di Gianfranco Mura (Italia, 2018), che esplora il mondo della musica etnica suonata da un musicista africano sulla spiaggia del Poetto di Cagliari; A bolu di Davide Melis (Italia 2019), un documentario che racconta il canto a tenore.

IL CONCORSO E LE GIURIE

I film in concorso sono 51 per 13 diverse categorie, divise in “sezione ufficiale” – che prevede la premiazione del miglior lungometraggio, del miglior corto documentario e del miglior corto di fiction – e “sezioni collaterali”. Il montepremi complessivo per i vincitori è di 15.500 euro; 13 le nazionalità di appartenenza dei film selezionati per un totale di 39 lingue minoritarie e dialetti rappresentati.

La giuria che assegnerà i 3 premi della sezione principale è composta dalla regista Fiorella Infascelli (presidente), dal produttore e regista Daniele Maggioni, dal regista e sceneggiatore Marco Antonio Pani, dall’animatrice e regista di animazione Michela Anedda, dal segretario generale di ELEN (European Language Equality Network) Davyth Hicks, dal direttore della fotografia Mario Brenta e dalla regista del Quebec orientale Crystal Dawn Jerome.

Per le sezioni collaterali sono previste – tra le altre – una giuria composta dagli studenti delle scuole superiori di Cagliari e dintorni, e una dagli studenti dell’Università, che assegneranno rispettivamente il premio “Diritto di parola” e il premio “UNICA Città di Cagliari”. Da sottolineare anche la giuria del premio “ONE WOR(L)D”, assegnato da una delegazione di richiedenti asilo politico presenti in Sardegna.

ANTEPRIME E EVENTI SPECIALI

Il festival sarà introdotto da alcuni importanti appuntamenti a partire da giovedì 28 novembre, quando saranno presentati i due film nati dai progetti vincitori del concorso Kentzeboghes, il primo concorso per progetti cinematografici nelle lingue e dialetti della Sardegna. Si tratta di Bar Seui di Andrea Deidda (in sardo campidanese) e L’ultimo barbiere di Carrera Longa di Antonio Maciocco (in sassarese). Alla presenza dei registi, appuntamento a partire dalle 18 alla Sala Nanni Loy di via Trentino. A seguire: Kentzeboghes Scuola, con la proiezione dei cortometraggi realizzati durante i laboratori scolastici in lingua sarda.

Nuova tappa sabato 30 novembre, quando a partire dalle ore 20 in Cineteca si proietta Un fenicottero chiamato Tango di Antonella Arca, film di animazione musicato dal compositore Gustavo Gini e Dantza del regista basco Telmo Esnal: una coreografia del silenzio che fa parlare i corpi e una cultura che sta alle spalle e si vede tutta nei colori, nei luoghi, nei movimenti, nei volti, nella musica. Un film dedicato al ciclo della vita, che affronta il tema della lotta per la sopravvivenza, in cui il passare del tempo è segnato dal corso della natura e la danza è la lingua scelta per raccontarlo.

A chiudere questo ciclo di anticipazioni del festival sarà infine Casteddu Sicsti, l’ultimo lavoro del regista cagliaritano Paolo Carboni che, attraverso un docufiction, racconta la città di Cagliari sul finire degli anni ‘60, combinando i linguaggi della messinscena cinematografica, dell’intervista e delle immagini di repertorio. Il film – una produzione targata Babel – è un omaggio al capoluogo sardo che ospita il festival dalla prima edizione: tre anziani amici si incontrano in una barberia, e rievocando i ricordi della loro gioventù negli ultimi anni ’60, danno vita al primo film lungometraggio realizzato in cagliaritano.

La proiezione, in programma domenica 1 dicembre a Sa Manifatturaa partire dalle 21, sarà preceduta alle 19,30 dal  talkshow con Giampaolo Loddo, Piero Marcialis, Nino Nonnis, Giulio Manera e Carlo Porru. Conduce Elio Turno Arthemalle.

LE MASTERCLASS

Nelle mattine dal 3 al 7 dicembre avrà luogo la “Babel Academy- 5 incontri per il cinema”, un’occasione di formazione continua e permanente per gli appassionati di cinema e per coloro che vogliono meglio comprendere i ruoli, le professioni e gli aspetti creativi del mondo dell’audiovisivo.

Saliranno in cattedra il regista, produttore, formatore e sceneggiatore Daniele Maggioni (coordinatore dei corsi), la regista e documentarista Alina Marazzi, il regista Mario Brenta, il sound designer Massimo Mariani e segretaria di edizione Lara Saderi.

Tutti gli incontri si svolgeranno dalle 9:30 alle 13:30 nella Sala Eventi al 2° piano della MEM. L’ingresso è gratuito, si consiglia l’iscrizione via mail a babelff@gmail.com.

LA TAVOLA ROTONDA

“Dream is not only a network” è un appuntamento speciale da segnare in agenda previsto per la giornata di venerdì 6 dicembre. Dalle 10 alle 11:30, negli spazi della Cineteca Sarda, un workshop destinato agli operatori del settore audiovisivo e in particolare cinematografico. L’ingresso del Babel Film Festival in ELEN, il network europeo di tutela dei diritti linguistici, ha aperto le porte a importanti collaborazioni e oggi favorisce la nascita di una rete tra i produttori e distributori interessati alla promozione e tutela delle lingue minoritarie. L’incontro, che si terrà interamente in lingua inglese, è aperto a tutti gli interessati. Partecipano Samuel Julien (bretone), Mjriam Vellinga (frisia), Emanuele Galloni (videoplugger), Leo Virgili (Radi Ondeo Furlane), Leo Rielli (Parco Palmieri, Martignano) Fredo Valla (Scuola cinema Ostana), Davith Hicks (direttore ELEN), Nevina Satta (Fondazione Sardegna Film Commission), Antonello Zanda (Società Umanitaria – Cineteca Sarda), Tore Cubeddu (EjaTV – Terra de Punt), Federico Spoletti (Subti e Fred Radio).

A seguire, e sino a fine mattina, in programma anche l’incontro sulla rete dei festival in Sardegna dal titolo “Sardinia Film Network: the Sustainable Island”. L’appuntamento rientra tra le iniziative della Fondazione Sardegna Film Commission, che lavora alla creazione di una rete tra gli operatori culturali e al consolidamento della collaborazione. L’incontro si propone di creare una rete condivisa che possa meglio rispondere alle esigenze di un mercato nazionale e internazionale in costante crescita, rafforzando il ruolo dei concorsi cinematografici, sia dal punto di vista culturale e formativo sia dal punto di vista turistico.

ARTE E MUSICA

Per un festival che spazi nell’arte a trecentosessanta gradi, il Babel propone una serata di musica per venerdì 6 dicembre, quando il Nanni Loy di via Trentino ospiterà un concerto di artisti che cantano in lingue minoritarie e dialetti. Si comincia alle 19:30 con un’anteprima a cura del Tenore Supramonte di Orgosolo, con Francesco Davoli, Giuseppe Paulis, Gaetano Bassu, Antonio Garippa.

Dopo una beve pausa, a partire dalle 21 sarà sul palco Randagio Sardu, nome d’arte di Carlo Concu che ospiterà sul palco Davide Crobu alla chitarra e Quilo, già voce dei Sa Razza, storica formazione dell’hip hop cantato in campidanese. A seguire “Canto per defensar-me”, lo spettacolo di una delle voci più prestigiose della canzone d’autore catalana:  Joan Isaac. Con 30 album all’attivo, dalla fine degli anni ’60 si è esibito nelle scene di riferimento della canzone d’autore europea e sudamericana. Al suo fianco, al piano e alla fisarmonica, ci sarà Walter Porro. 

Spazio poi alla meravigliosa voce, al grande carisma e alla delicata ironia di Rossella Faa, con le sue atmosfere che si muovono tra il canto jazz e la musica brasiliana, e i testi rigorosamente in sardo campidanese. Sul palco con lei l’inseparabile chitarrista Giacomo Deiana. Chiude la serata la cantautrice napoletana Flo, per un appuntamento nato in collaborazione con la Fondazione Andrea Parodi e il Premio Parodi che ha contribuito a lanciare la carriera dell’artista nel 2014. Flo si è rivelata infatti una delle personalità più interessanti e versatili della world music d’autore. Ha inciso e condiviso il palco con Stefano Bollani, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Enrico Rava, Vincenzo Zitello, Lino Cannavacciuolo e molti altri. Ad accompagnarla saranno Marcello Giannini alla chitarra e Michele Maione alle percussioni.

Sono due, infine, le esposizioni in programma a Sa Manifattura. Una è la mostra fotografica di Murat Yazar dal titolo Le ombre del Kurdistan, in cui l’autore racconta la cultura del suo popolo in Turchia, in cui i curdi – circa 18 milioni di persone – sono costretti a vivere come delle “ombre”. «Per molti anni l’uso della lingua curda è stato proibito, come anche la possibilità di dare nomi di origine curda ai nostri figli. Tutto ciò è cambiato da cinque anni a questa parte, ma ancora oggi nelle scuole il curdo è vietato», racconta Murat.

L’altra esibizione è invece a cura della Cineteca Sarda, si intitola L’immagine e la memoria e mette in mostra le attrezzature cinematografiche d’epoca raccolte dalla Società Umanitaria di Cagliari in più di cinquant’anni: cineprese, macchine fotografiche, proiettori, tavoli di ispezione, giuntatrici, illuminatori, cavalletti e carrelli.


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